Storia

Il Ristorante al Resù così come lo vedete oggi è il risultato della forza di uomini e donne comuni, che hanno creduto nel potere di un luogo.
Quel luogo è Villa di Lozio, una piccola frazione di Lozio, in Valle Camonica, e la storia di quegli uomini ve la vogliamo raccontare.

Siamo a Crema nel 1952 e quattro tende militari accolgono il Campeggio del Movimento Cooperativo Cremasco. Nel giro di un paio di anni il campeggio viene conosciuto e i partecipanti passano da dieci a trenta. Dopo un arresto nel 1959-60 il campeggio riprende sotto la direzione della Cooperativa Familiare. Da qui un grande successo, arrivano ad avere fino a 90 partecipanti.

L’anno di svolta per la nostra storia è il 1954, quando Alfredo Galmozzi viene a visitare la Valle Camonica, precisamente Villa di Lozio con lo scopo di trovare una sede stabile per il campeggio. Proprio nello spiazzo dove oggi sorge il ristorante, Alfredo vede il luogo ideale per il campeggio. Non c’è acqua né luce; bagno, infermeria e cucinino sono situati in un piccolo casotto in legno.

Tra il 1959-60 Villa di Lozio, per un insieme di motivi, subisce un forte spopolamento, che porta a dubitare sul destino dell’attività del campeggio, ma anche grazie all’intervento degli Amministratori locali e provinciali questo momento di crisi porta allo sviluppo della frazione di Lozio e alla rinascita del campeggio.

Siamo nel 1966 e il campeggio possiede attrezzature per ospitare 50 persone, oltre alle tende e al casotto in lego si aggiunge una piccola struttura muraria. L’acqua e la luce ora ci sono, anche se non in modo permanente.

Gli anni passano e la fortuna del campeggio sembra avere fine, pian piano gli ospiti diminuiscono e col tempo viene abbandonato.
Siamo nel 1971 e Angela è una giovane donna piena di iniziativa e decide che quel luogo già pieno di storia deve riprendere vita. Angela e suo marito Remo sono determinati nel voler comprare questo vecchio campeggio ormai abbandonato, e con l’aiuto della suocera riescono nell’impresa. Pian piano dopo 5 anni ricevono la licenza e finalmente nel 1978 aprono come bar.
Angela trasforma così il campeggio in un luogo, dove chiunque sia di passaggio possa trovare ristoro. Angela e suo marito non hanno soldi da investire, così riescono a recuperare l’arredo di un vecchio bar che stavano smontando per impiegarlo nel loro. Il bar è molto semplice: il minuscolo cucinotto del campeggio viene mantenuto e al posto del dormitorio realizzato in un casotto in legno posizionano quattro tavoli per accogliere i clienti. Fuori dal casotto posizionano dei tavoloni con assi di legno per poter dare uno spazio esterno al bar.

Angela dà da subito la sua impronta a quel luogo, il bar è vivo, pieno di gente, suo marito ama stare in mezzo alle persone e lei si occupa di preparare appetitosi panini e taglieri.
Per i clienti più affezionati, “chei de le carte”, ricorda nonna Angela, a mezzanotte mette sul fuoco un pentolone di acqua e prepara la pastasciutta; si canta fino alla mattina seguente, si ha l’impressione di stare in una grande famiglia.

Angela inizia ad essere conosciuta per le sue doti in cucina, il salmì, che prepara con la cacciagione portata dai suoi clienti, i casoncelli, le lumache, la polenta sul paiolo, la minestra sporca, la torta del maiale, il cotechino, il salame, la gallina ripiena, i bolliti e la trippa. Con il tempo Angela riesce a sistemare la struttura e trasforma il piccolo cucinino del campeggio in una cucina casalinga. La struttura resta aperta solo in estate, perché non è riscaldata. Semplicità e gusto sono le parole d’ordine, Angela mette questi ingredienti nei piatti che propone a chi si ferma nel suo bar.

Un mazzo di carte, un bicchiere di buon vino, la compagnia di qualche amico, ecco come si presenta l’ambiente creato da Angela, caldo e accogliente. Chi ha frequentato il bar in quegli anni torna ancora oggi, e una partita a carte non può mancare.

Siamo nel 2011 e dopo la morte di Remo bisogna prendere una decisione, o vendere o ristrutturare la struttura.

Natale, il figlio di Angela, che da sempre aveva visto l’impegno della madre nel bar, decide di prendere in mano la situazione con la moglie Maria Grazia.
La struttura ha bisogno di una svolta, i sacrifici di anni di Angela e del marito Remo finiscono nell’idea di Natale e Maria Grazia.
Un altro atto di coraggio, Natale e Maria Grazia decidono di ristrutturare l’intero edificio, e investono nel passato, quel passato recente in cui Natale era cresciuto.
In un inverno ristrutturano il fabbricato ripartendo da zero e con un programma serrato il 2 giugno 2012 riescono a ripartire.

Ecco che viene alla luce il ristorante al Resù così come lo vediamo oggi, una splendida vetrina che si affaccia sulla valle, con la stessa incontaminata vista di chi, negli anni ’50, vi aveva campeggiato.

Ristorante al Resù

Via Armando Diaz 25, Villa di Lozio - Valle Camonica (Brescia)

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