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Il ristorante

TRADIZIONE & SPERIMENTAZIONE

Il nostro ristorante

Un luogo caldo e accogliente custodito in una valle montana.

Una cucina ricercata, che seleziona con cura le materie prime e prende spunto dalla tradizione per creare accostamenti nuovi e originali.

Un servizio attento ai dettagli ma informale al punto giusto perché tu ti senta a tuo agio.

Una storia di famiglia

Al Resù, è il ristorante fondato, creato e gestito dalla famiglia Gemmi. Oggi tre generazioni lavorano fianco a fianco per dare forma a una proposta culinaria e di accoglienza che sappia distinguersi e farsi ricordare.

La nostra storia

Chiocciola Slow Food

Dal 2018 Al Resù, è indicato dal sussidiario del mangiar bene all’italiana di Slow Food, la guida “Osteria d’Italia”, come una delle eccellenze della Lombardia: il ristorante è stato premiato con la Chiocciola, il massimo riconoscimento di Slow Food, riservato alle realtà capaci di coniugare la scelta sapiente degli ingredienti e la perizia delle lavorazioni, con l’accoglienza e il rapporto armonico con l’ambiente.

Il bosco nel piatto

La tradizione culinaria camuna e lombarda incontrano l’innovazione e la creatività: rielaboriamo ingredienti e ricette antiche per offrirti esperienze culinarie sorprendenti; proponiamo profumi e sapori di stagione, materie prime a km 0 o di filiera corta e provenienti da fornitori accuratamente selezionati.

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TRE GENERAZIONI DI GEMMI

Il team

In cucina lavora Greta, la più giovane della famiglia, al fianco di nonna Angela. Riservate, entrambe preferiscono i fatti alle parole. Greta, membro dell’Alleanza Slow Food dei cuochi, è stata premiata come miglior giovane chef nella guida Osterie d’Italia 2023 di Slow Food: è lei che porta nei piatti l’innovazione. Nonna Angela, invece, sorveglia la tradizione.

La sala è gestita e coordinata da Maria Grazia. Garbo e leggerezza sono le regole del galateo del suo servizio. Attenta alle richieste degli ospiti, li ascolta fino a prevederne le esigenze, e li guida alla scoperta del menù, degli ingredienti e delle preparazioni.

La cantina è curata da Natale, che propone abbinamenti e racconta etichette e annate con semplicità e schiettezza. Non chiamatelo sommelier, lui preferisce essere definito un appassionato assaggiatore.

In funzione delle esigenze stagionali, siamo supportati da giovani professionisti e professioniste scelti per capacità e affinità allo spirito della nostra ristorazione.

ATMOSFERA E SERVIZI

Location e ambienti

Il nome del ristorante è anche il nome della località in cui è nato: il Resù è il punto panoramico di Villa, frazione del comune di Lozio (BS), in Valle Camonica. A una quota di circa 1000 m sul livello del mare, si trova ai piedi del Cimon della Bagozza.

Siamo lontani dal traffico e dalla folla, il nostro è un ambiente di montagna. Al Resù valorizza pietra e legno, con uno stile rustico e dai colori caldi.

Un pratico parcheggio e un’ampia area verde, attrezzata con giochi per bambini, circondano il ristorante.

Due le sale dedicate alla ristorazione per un massimo di 70 coperti.

Una sala, in posizione più riservata, è servita direttamente dal bar. La seconda offre una vista panoramica sul fondo valle grazie a vetrate a tutta parete e ha accesso diretto a una balconata perfetta per contemplare il paesaggio.

C'era una volta

La storia del Resù

Il ristorante che ti accoglie oggi è frutto della ristrutturazione voluta da Natale e Maria Grazia nel 2011.

Le origini della storia risalgono però al 1952 e al campeggio annuale del Movimento Cooperativo Cremasco.

Nati da un campeggio

Inizialmente conosciuto da poche persone, il campeggio del Movimento Cooperativo Cremasco vide crescere rapidamente il numero dei partecipanti, al punto che nel 1954 uno dei referenti del Movimento, Alfredo Galmozzi, visitò la Val Camonica (e precisamente Villa di Lozio), in cerca di una sede stabile per l’attività ricreativa. Dove oggi sorge Al Resù, il signor Alfredo scorse il luogo ideale per installare il campeggio.

Gli anni ’50 e ‘60

In origine privo di acqua corrente ed elettricità e provvisto solo di un casotto in legno per ospitare un “bagno”, l’infermeria e un cucinino, nel 1966 il campeggio guadagnò una piccola struttura in muratura e acqua e luce, anche se non in modo costante. Superato il forte spopolamento che interessò Villa di Lozio tra il 1959 e il 1960, con il tempo il campeggio perse però i suoi ospiti e venne abbandonato.

Il bar

Passarono pochi anni e, nel 1971, una giovane donna del posto piena di iniziativa decise che quel luogo ricco di storia dovesse riprendere vita (ecco nonna Angela!). Così, insieme al marito Remo e con l’aiuto della suocera, acquistò il campeggio e lo trasformò in un bar, un luogo dove chiunque fosse stato di passaggio potesse trovare ristoro.

Per allestire il proprio locale, Angela recuperò l’arredo di un vecchio bar. Mantenne il minuscolo cucinotto del campeggio, al posto del dormitorio realizzato nel casotto in legno posizionò quattro tavoli per accogliere i clienti e creò un’area all’aperto realizzando alcuni tavoloni con assi di legno.

Il bar era vivo, pieno di persone, anche se la struttura restava aperta solo in estate perché non era riscaldata. Remo si occupava degli ospiti mentre Angela preparava appetitosi panini e taglieri. Per i clienti più affezionati diventarono “chei de le carte”, ricorda oggi Angela, che a mezzanotte metteva sul fuoco un pentolone di acqua per preparare la pastasciutta e sostenere gli sforzi di una folla canterina che si sarebbe fermata fino alla mattina seguente.

Cucina casalinga

Quando Angela iniziò a essere conosciuta anche per le sue doti in cucina (il salmì preparato con la cacciagione portata dai clienti, i casoncelli, le lumache, la minestra sporca, la torta del maiale, il cotechino, il salame, la gallina ripiena, i bolliti, la trippa…), decise di trasformare il piccolo cucinino in una cucina casalinga.

Il Resù di oggi

Nel 2010 Remo venne a mancare e Angela si trovò di fronte a una scelta: o vendere o ristrutturare il bar. Questa volta fu Natale, suo figlio, che decise di ereditare l’impegno e la storia di questo piccolo luogo insieme alla moglie Maria Grazia. Ristrutturarono il fabbricato in un inverno e il 2 giugno 2012 inaugurarono Al Resù come lo si vede oggi: una splendida vetrina affacciata sulla Val Camonica, con la stessa vista incontaminata di chi vi campeggiava negli anni ’50. E in cucina, in passato territorio esclusivo di nonna Angela, è arrivata Greta.